COMPAGNIA TERRATEATRO/ COOPERATIVA SOCIALE LA FORMICA/ FONDAZIONE ARIA, progetto "La cultura dei Legami"/ MINISTERO PER LE PARI OPPORTUNITA', progetto "Teatri Paralleli"
18 luglio Corropoli, Piazza Unità d'Italia (bivio)
23 luglio Martinsicuro, Piazza delle Cooperative
31 luglio Colonnella,Centro Storico
ore 21,00 -Ingresso gratuito
23 luglio Martinsicuro, Piazza delle Cooperative
31 luglio Colonnella,Centro Storico
ore 21,00 -Ingresso gratuito
"TELL ME OTELLO" liberamente tratto dall'Otello di W. Shakespeare
Con: Antonio Agostini, Cristina Cartone, Giancarlo Costantini, Luigi De Antonis, Cristiano Di Martino, Alfonso Durante, Roberto Freddi, Matteo Marconi, Marco Massarotti, Roberto Rullo, Stefania Scartozzi, Angelo Titi.Scenografia: Laboratori Coop. La Formica.
Foto: Fabio DI Evangelista
Costumi: Associazione Famiglie APERegia e drammaturgia: Ottaviano Taddei
Far finta di essere un personaggio, o far finta di non esserlo. Su questo binario si muove lo spettacolo “tell me otello”. Attori che entrano ed escono dall'uno o dall'altro personaggio, fingendo e giocando di continuo, dopo aver preso a pretesto del proprio destino momentaneo la celeberrima vicenda di Otello e Desdemona, ecco cosa vedrete.
In effetti, tutta la storia originale viene interrotta e messa in discussione continuamente, alla ricerca di un finale, o di un modo per reinventare destini predefiniti, da decidere una volta tanto da chi sulla scena solitamente lo racconta il finale, interpretandolo e in qualche modo subendolo.
La messinscena, insomma, vuole essere una metafora dell'arte attorale, il conflitto con le passioni e i sentimenti umani degli attori, con l'interpretazione del bene o del male che provoca una sorta di ribellione al testo, all'autore, magari finanche al regista.
In effetti, tutta la storia originale viene interrotta e messa in discussione continuamente, alla ricerca di un finale, o di un modo per reinventare destini predefiniti, da decidere una volta tanto da chi sulla scena solitamente lo racconta il finale, interpretandolo e in qualche modo subendolo.
La messinscena, insomma, vuole essere una metafora dell'arte attorale, il conflitto con le passioni e i sentimenti umani degli attori, con l'interpretazione del bene o del male che provoca una sorta di ribellione al testo, all'autore, magari finanche al regista.
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